Il primo romanzo di Cazzullo è uno scritto di forti sentimenti, dove si intrecciano storie di amore e di amicizia, di padri e di figli, di preti e di partigiani.L'autore vuole in un centinaio di pagine metterci forse troppo, anche un assassinio da scoprire e persino un accenno al sesso spinto. Il risultato finale è un libro in cui la vera protagonista è la Langa piemontese ed il vino che si produce, uno scenario che rimane immutabile e che è la chiave di volta per entrare in sintonia con i personaggi, mentre le diverse storie si sviluppano in tre contesti differenti ( il 1945, i primi anni '60 ed il 2011), perdendo un po' di smalto ed affidando alla fantasia del lettore la ricostruizione di qualche casella mancante. Tutto è un po' avvolto nella nebbia come in autunno nelle Langhe, ma ciò non deve trarre in inganno perchè dentro le case i fuochi scoppiettano ed è facile bruciarsi. Più che un libro una serie di pennellate a forti tonalità, in contrasto con la mitezza televisiva dell'autore.
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