Le vostre letture preferite


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mercoledì 27 novembre 2013

Pista nera


Un morto vicino a pista nera sopra Champoluc, in Val d'Aosta, schiacciato da un gatto delle nevi. Inizia così il giallo di Antonio Manzini ambientato in una situazione insolita. Libro leggero che si fa leggere in fretta. Personaggi azzeccati: poliziotti intelligenti ma molto disinvolti, cittadini onesti ma non troppo, una bellezza del luogo che spicca tra le tante che stuzzicano i facili appetiti del vicequestore. Il puzzle è costruito bene.


sabato 23 novembre 2013

E l'eco rispose*

Non è bello come " Il Cacciatore di aquiloni", ma è molto più bello di "Mille splendidi soli". Khaled Hosseini sa scrivere bene e ha inventato personaggi bellissimi. Non c'è un protagonista solo: ci si sposta da uno all'altro da un Paese all'altro (Afganistan, l'isola greca di Tinos, Parigi, San Francisco) con eleganza, seguendo le vicende personali. 
Prima che Khaled Hosseini scrivesse "Il cacciatore di aquiloni" nel 2003, questa letteratura non aveva molta diffusione da noi. Poi, invece, la narrativa "etnica", come la cucina, è arrivata e ha inondato con romanzi ambientati nei luoghi più impervi del mondo: l’Afghanistan ancora, ma anche il Pakistan, il Bangladesh, l’India e l’Estremo Oriente.
Il bello è che si esce dalla solita logica culturale che ci appartiene, europea e americana soprattutto, e si inizia un viaggio alla scoperta di scoprire emozioni, regole, giochi, relazioni, persone, logiche diverse. Un dizionario etico-sentimentale globale. Una narrativa dei sentimenti che ha spalancato il cuore di quaranta milioni di lettori in tutto il mondo, affamati di quelle storie, commossi e anche indignati per lo spettacolo di devastazione, che ha dato la guerra e per l’arretratezza e la miseria che ancora permane.
Hosseini imbastisce un racconto incentrato sui legami familiari orizzontali: fratelli, cognati, mogli, matrigne.
Attraverso la vicenda di questa famiglia afgana, che si dipana dagli anni Cinquanta ad oggi attraverso tre generazioni, Hosseini risale lungo i rami più contorti del suo albero genealogico.


venerdì 22 novembre 2013

L'amore è un difetto meraviglioso***

"Mi chiamo Don Tillman, ho trentanove anni e sono un professore di genetica presso l'Università di Melbourne. Ho una posizione ben retribuita, seguo un'alimentazione strutturata e regolare, ho molta cura del mio fisico. Nel regno animale, non avrei alcuna difficoltà a trovare una compagna e a riprodurmi. Perciò, il motivo per cui sono ancora scapolo mi è oscuro".
A noi è chiarissimo il perché: è un vero maniaco, un robot super programmato, incapace di emozioni. Ma nella ricerca di una femmina con la quale accoppiarsi e riprodursi, il famoso "progetto moglie", accade qualcosa di... meraviglioso. Immaginate cosa.
Graeme Simsion scrive bene, fa ridere e sorridere, diverte, a volte è persino esilarante. Da non perdere.

Il profumo del caffè*

Un libro “leggero” perfetto questo di Anthony Capella: Londra, 1896, un giovane pigro, decadente che conduce un’esistenza da esteta, tra oppio, vaghe aspirazioni letterarie, capricci d’eleganza e languidi incontri con donne di facili costumi. Ma il bohémien ha un palato molto sensibile, un naso d’oro e una penna felice. Così Pinker, un mercante di caffè, lo assume e gli presenta la figlia, Emily, una suffragetta impegnata nelle prime battaglie per i diritti civili di Oltre Manica. Tra un caffè e l’altro si finisce nelle piantagioni d’Africa sulle orattalme di Rimbaud.
C’è l’amore, il sesso, la poesia, l’avventura, quasi un lieve giallo. Tutto quello che deve esserci.




Limonov*

Eduard Limonov, come scrive l’autore, Emmanuel Carrère, “è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio".
E a noi cosa importa? Il punto è che, come dice l’autore, la sua vita romanzesca e spericolata racconta qualcosa non solamente di lui, della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante, a volte perfino affascinante.
Su Wikipedia si scopre che Limonov, pseudonimo di Eduard Veniaminovich Savenko è il leader del Partito Nazional-Bolscevico (fascio-comunista), avversario politico di Vladimir Putin, alleato dell'ex campione mondiale di scacchi Gary Kasparov, uno dei leader del blocco politico L'Altra Russia.

Proposta indecente*

Un altro bel libricino leggero leggero, questo di Emma Wildes, che vola via dalle mani. Inghilterra, 1820. I due scapoli più ambiti di Londra hanno fatto una scommessa per determinare chi sia il migliore degli amanti. Ma quale donna dotata di bellezza, intelligenza e giudizio accetterebbe mai una simile sfida? Una c’è e nel corso di due settimane, ciascuna trascorsa con uno dei due uomini, dovrà decidere chi tra di loro sia l'amante più raffinato. La gara si fa leggere.



martedì 19 novembre 2013

Un posto nel mondo - Il giorno in più








Fabio Volo, due libri del 2010. Leggibili, anche carini. Sono quel che promettono, niente di meno. Le vicende di Michele, Federico, Francesca e Sophie sono quelle di un gruppo di giovani alla ricerca del loro posto nel mondo. E poi l'altro, il giorno in più, dove Giacomo incontra sul tram una sconosciuta, e se la ritrova davanti di giorno in giorno. E il tram lo porta a New York e poi a Parigi, e poi...
Dice Fabio Volo: "Una volta una persona mi disse che io raccontavo la vita di quelle case in cui si sente odore di broccoletti. Non ho mai capito se fosse un complimento, una constatazione o se in qualche modo stesse cercando di offendermi. Qualsiasi fosse l'intenzione, aveva ragione. Quando ero piccolo, l'inverno, dopo aver giocato tutto il giorno, tornando a casa per la cena, entrato nel condominio, venivo investito dai vapori delle famiglie: broccoletti e minestrone. Non abito più in quella casa, la mia curiosità mi ha portato altrove, a conoscere il mondo. Eppure io quell'odore lo riconosco ancora, fa parte di me, mi appartiene così tanto che ogni volta che mi siedo al tavolo per scrivere mi entra nelle narici, anche se in quel momento il protagonista della mia storia sta facendo una romantica passeggiata a New York. È un odore che si intrufola tra le pagine e i personaggi, nello spazio tra due parole, che sale su per le righe con la stessa leggerezza con cui io da piccolo correvo per le scale all'ora di cena. Insomma, da sempre scrivo di broccoletti".
"Io non scrivo di quelle famiglie «perché sono uno di loro», o perché «sono come loro», scrivo di quelle famiglie perché «sono loro ad essere come me». Quelle persone sono le stesse che incontro quando giro per le città a presentare il mio libro. Davanti a me ritrovo signore come mia madre, mariti timidi come lo era mio padre. Ci sono coppie giovani con il bambino piccolo nel passeggino. Ci sono nonni, ragazzi impacciati, emozionati o dalla battuta pronta fatta col desiderio di essere ricordati".
"Quando sono a Londra o a New York, magari in metropolitana, vedo intorno a me gente leggere Ken Follett. Altri, divorare un fantasy. Altri ancora persi tra le Cinquanta sfumature, e qualcuno leggere l'ultimo libro di Philip Roth. Nessuno si sognerebbe mai di dire chi è un vero lettore tra loro, stilare una classifica, tracciare una linea tra arte e intrattenimento, degno o non degno, mettere in discussione la libertà di entrare in una libreria e comprare quello che più aggrada".


Lui è così, si fa leggere.

lunedì 18 novembre 2013

Un giorno solo, tutta la vita***

Si potrebbe dire che il tema è il solito, la shoa, ma si tratterebbe di un’osservazione riduttiva ed ingiusta. Si potrebbe dire che è un libro d’amore, come la stessa autrice scrive, ma anche in questo caso si sarebbe ingiusti e riduttivi.
Semplicemente è quello che si dice un bel libro, questo di Alyson Richman, dove la Storia si mescola con i sentimenti, scrivendo pagine tristi ed indimenticabili. Tutte le critiche in rete sono unanimi e non potrebbe essere diversamente.

La storia inizia a New York nel 2000, quando Joseph Kohn scorge tra gli invitati alle nozze del nipote una donna dall'aria familiare. I sei numeri blu incisi sul braccio confermano quella che era solo una intuizione. Quella donna è sua moglie, Lenka, sposata a Praga nel 1939, quando erano ancora studenti. Il matrimonio è durato lo spazio di una notte perché la Cecoslovacchia è stata invasa dalla Germania nazista e gli ebrei stanno fuggendo. Lenka decide di restare in città, abbandonando il marito, per rimanere con la sua famiglia, e finisce deportata nel campo-modello di Terezin. Le pagine che descrivono il micro-cosmo di Terezin sono bellissime e commoventi perché, come nel film “La vita è bella”, mostrano le infinite risorse che trova l’uomo per mantenere la sua dignità e dare un senso alla sua vita per quanto assurda sia. Ma non meno commovente è la descrizione del secondo matrimonio di Joseph e del diverso tipo di amore che lo lega ad Amalia, così silenzioso e così affollato di fantasmi.
Il piacere della lettura fa dimenticare la tristezza.
Un giorno solo, tutta la vita di Alyson Richman -edizioni Piemme- è disponibile in versione cartacea ed e-book.




Palazzo Yacoubian*

Succede di tutto in questo vecchio palazzo del centro del Cairo. Gli inquilini sono tanti e ciascuno con la sua storia: il devoto e ortodosso figlio del portiere che, respinto dalla polizia, finirà ad ingrossare le milizie islamiste; la sua bella fidanzata che, stanca di respingere avances cederà al vecchio e ricco signore senza scrupoli; l'occupante abusivo; l'omosessuale respinto; speculatori ed aspiranti politici con ingombranti mogli al seguito.
Aldilà delle vicende individuali, il vero protagonista è l'Egitto, con le sue tensioni, le sue ipocrisie, i suoi malesseri.

Il libro di 'Ala Al-Aswani è divertente e scritto bene, nonostante si fatichi a seguire tutti gli intrecci. Uscito nel 2002 è stato un grande successo editoriale del mondo arabo tanto da essere tradotto in 20 lingue.
Per saperne di più visitare il sito.





Per conoscere l'Autore e le sue opinioni sul mondo arabo.

In città zero gradi*

Il libro sicuramente non è il più felice di quelli di Daniel Glattauer, ma "In città zero gradi" regala momenti di autentico divertimento senza alcuna pretesa.
Perfetto per le feste natalizie, per un giorno d'influenza o di vacanza ....La trama è semplice, ma, a suo modo, molto originale e vi "prenderà" .
Libro molto piacevole, a dispetto delle poche stelle su Amazon, e Glattauer si conferma uno scrittore di successo nel genere commedia leggera. Disponibile anche in formato Kindle.Tutto nasce quando Max, giornalista di una rivista per cani, mette un'inserzione per affidare in custodia Kurt, il suo cane afflitto da una cronica pigrizia, mentre va in vacanza in un paradiso esotico.
All'annuncio risponde Katrin, trentenne ancora single alla ricerca di un valido motivo per non passare il Natale in famiglia soffocata dalle aspettative matrimoniali dei genitori.
Si intrecciano così le vite dei tre protagonisti del romanzo, ma, se il finale è scontato, non altrettanto è il modo in cui l'autore ce lo fa scoprire in un susseguirsi di battute e colpi di scena, che non anticipiamo per non togliere il gusto della lettura.





In città zero gradi
Di Daniel Glattauer
Edizioni Feltrinelli
Disponibile in versione cartacea e digitale

Divorzio all’islamica a viale Marconi

Non c' è miglior modo che dire la verità scherzando ed è quello che fa Amara Lakhous in questo divertentissimo libro.
Christian è un giovane palermitano di origini arabe, laureatosi alla facoltà di lingue orientali. Il capitano "Giuda" lo arruola per compiere un'importante missione infiltrandosi nella comunità araba di corso Marconi per sventare un attentato terroristico nella capitale.

Il protagonista supera l'esame, ma l'amore per Sofia, una bella egiziana ripudiata dal marito, lo fa vacillare ed il lettore può solo immaginare quale sarà la sua scelta finale.
Il libro, fra il serio ed il faceto, ci introduce nel colorato mondo degli stranieri con punti di vista complementari: quello di Christian, immigrato di seconda generazione ormai pienamente inserito nel contesto italiano, e quello di Sofia, donna araba imprigionata in un matrimonio combinato, ma consapevole dei diritti delle donne del XX secolo.
Scritto bene, con un linguaggio semplice ed un ritmo incalzante, merita una segnalazione particolare per l'intelligenza con cui, attraverso le vicende della brulicante comunità di corso Marconi, veicola frammenti di realtà quotidiana, dove la fede nell'islam deve fare i conti con le aspirazioni terrene.
Quando si chiude l'ultima pagina, non solo si sono trascorse ore liete, ma si è capito un pochino di più del mondo che ci circonda e dello difficoltà che quotidianamente vivono gli immigrati.

Per saperne di più si può visitare il sito dell'autore.

Divorzio all’islamica a viale Marconi
Di Amara Lakhous

La locanda dei sogni ritrovati

Una storiella lieve e delicata, questa di Julia Stagg, che ricorda un po’ Chocolat. Sud della Francia, un piccolo paese nei Pirenei: due inglesi decidono di riaprire un’antica locanda. Un sogno. Naturalmente non è così semplice e la vicenda si complica.
Personaggi divertenti e ben descritti di una Francia rurale ma moderna, con una burocrazia locale non meno noiosa di quella metropolitana. Invidie, ripicche, poteri non certo “forti” (il sindaco) ma fastidiosi: cavilli burocratici, ispezioni continue, maldicenze…

Una lettura piacevole e rilassante con un pizzico di romanticismo, che non guasta mai.


Ogni istante di te e di me***

Il libro di Alex Capus narra la storia improbabile dell'amore fra Leon e Louise, che riesce a superare le prove più difficili e a sopravvivere nel tempo, forse... proprio perché non è amore.
Leon, il protagonista, non è costretto a scegliere fra le due donne della sua vita dall'urgenza dei sentimenti o semplicemente dai sensi di colpa per una passione proibita. Entra ed esce dalla storia con Louise apparentemente senza sconvolgimenti interiori, tanto che la situazione diventa accettabile anche per la moglie, la cui lotta per la sopravvivenza l'ha trasformata in modo irreversibile.

La chiave di lettura della psicologia dei tre protagonisti è da ricercarsi nella guerra, nelle trasformazioni che porta nell'animo umano fino a stravolgere la scala dei valori comunemente condivisa. Nonostante le critiche negative, il libro ha momenti di piacevolezza soprattutto quando descrive la Parigi occupata. Una lettura di svago senza troppe pretese.






mercoledì 13 novembre 2013

Una casa alla fine del mondo*


Bisogna superare un inizio un po’ lento per entrare nello strano mondo di Una casa alla fine del mondo, romanzo dello scrittore americano Michael Cunningham, da cui è stato tratto un film omonimo per la regia di Michael Mayer
A ogni capitolo cambia il narratore, così è un romanzo un po’ cubista nel quale la prospettiva cambia di continuo. Un strana coppia di gay diventa una strana coppia etero, poi un triangolo in un’America desolata e triste.
Personaggi veri e ben colti, con un malessere esistenziale poco americano e quasi francese. Interessante.




L'arte di vivere in difesa

Segnalato da Beppe Severgnini come il miglior libro del secolo, lo abbiamo subito comprato da Amazon. Però L’arte di vivere in difesa, di Chad Harbach, è stato una grande delusione: lungo, con estenuanti descrizioni di partite di baseball. Ambientato nel solito campus americano.
Se doveva essere un nuovo Il giovane Holden, siamo a miglia di distanza: si va avanti a fatica, si salta con piacere, giusto per vedere come va a finire. Certo, il personaggio di Henry Skrimshander, un ragazzo gracile e spaesato, ma che sul campo da baseball ha un istinto infallibile e una grazia assoluta, è una intuizione felice. Il resto è stereotipato: il capo squadra, Mike Schwartz, Owen Dunne, il compagno di stanza gay e mulatto,Guert Affenlight, il rettore, la figlia Pella. Tutto prevedibile e scontato.
Eppure è stato segnalato come miglior libro dell’anno da oltre trenta prestigiose testate, bestseller in USA, Inghilterra e Olanda.

L'arte della gioia




Tutto ruota intorno alla figura di Modesta: una siciliana, una «carusa tosta» in cui si fondono carnalità e intelletto. Si chiama l’arte della gioia, ma è soprattutto un inno alla sensualità più travolgente, calda, mediterranea, pervasiva. La protagonista nasce il primo gennaio del 1900, povera, finisce principessa, come nelle favole. Ed è una favola che ha per protagonista l’intelligenza machiavellica e l’indomabile sensualità di Modesta, poi Mody.
Sullo sfondo: la prima guerra mondiale, l’ondata rossa di rivoluzione degli anni 20 e poi il fascismo nascente e poi morente, la seconda guerra mondiale e, soprattutto, una Sicilia nella quale la mafia fa il salto di qualità, passando dal controllo del territorio per conto “terzi” (i nobili padroni degli sconfinati territori) al controllo del territorio per i propri affari. Un salto che in questo libro, come in quelli di Simonetta Agnello Hornby (soprattutto La zia marchesa), è descritto magistralmente, da romanzo e non da saggio.
Come il Gattopardo, L’arte della gioia di Goliarda Sapienza ha avuto un parto editoriale difficile: è stato rifiutato da molti importanti editori poi è stato stampato postumo da una piccola casa editrice (Stampa Alternativa) nel 1998 in un’edizione non integrale, poi integralmente nel 2003. In seguito il successo internazionale e il lancio in Italia con Einaudi.
Ci vuole un po’ di tempo per leggerlo, occorre entrare nel ritmo lento dell’isola e dell’epoca. Ma può dare momenti di grande piacevolezza e si finisce a divorarlo come un giallo: i colpi di scena non mancano e i personaggi sono ritratti magistralmente.