Segnalato da Beppe Severgnini come il miglior libro del secolo, lo abbiamo subito comprato da Amazon. Però L’arte di vivere in difesa, di Chad Harbach, è stato una grande delusione: lungo, con estenuanti descrizioni di partite di baseball. Ambientato nel solito campus americano.
Se doveva essere un nuovo Il giovane Holden, siamo a miglia di distanza: si va avanti a fatica, si salta con piacere, giusto per vedere come va a finire. Certo, il personaggio di Henry Skrimshander, un ragazzo gracile e spaesato, ma che sul campo da baseball ha un istinto infallibile e una grazia assoluta, è una intuizione felice. Il resto è stereotipato: il capo squadra, Mike Schwartz, Owen Dunne, il compagno di stanza gay e mulatto,Guert Affenlight, il rettore, la figlia Pella. Tutto prevedibile e scontato.
Se doveva essere un nuovo Il giovane Holden, siamo a miglia di distanza: si va avanti a fatica, si salta con piacere, giusto per vedere come va a finire. Certo, il personaggio di Henry Skrimshander, un ragazzo gracile e spaesato, ma che sul campo da baseball ha un istinto infallibile e una grazia assoluta, è una intuizione felice. Il resto è stereotipato: il capo squadra, Mike Schwartz, Owen Dunne, il compagno di stanza gay e mulatto,Guert Affenlight, il rettore, la figlia Pella. Tutto prevedibile e scontato.
Eppure è stato segnalato come miglior libro dell’anno da oltre trenta prestigiose testate, bestseller in USA, Inghilterra e Olanda.
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