Semplicemente è quello che si dice un bel libro, questo di Alyson Richman, dove la Storia si mescola con i sentimenti, scrivendo pagine tristi ed indimenticabili. Tutte le critiche in rete sono unanimi e non potrebbe essere diversamente.
La storia inizia a New York nel 2000, quando Joseph Kohn scorge tra gli invitati alle nozze del nipote una donna dall'aria familiare. I sei numeri blu incisi sul braccio confermano quella che era solo una intuizione. Quella donna è sua moglie, Lenka, sposata a Praga nel 1939, quando erano ancora studenti. Il matrimonio è durato lo spazio di una notte perché la Cecoslovacchia è stata invasa dalla Germania nazista e gli ebrei stanno fuggendo. Lenka decide di restare in città, abbandonando il marito, per rimanere con la sua famiglia, e finisce deportata nel campo-modello di Terezin. Le pagine che descrivono il micro-cosmo di Terezin sono bellissime e commoventi perché, come nel film “La vita è bella”, mostrano le infinite risorse che trova l’uomo per mantenere la sua dignità e dare un senso alla sua vita per quanto assurda sia. Ma non meno commovente è la descrizione del secondo matrimonio di Joseph e del diverso tipo di amore che lo lega ad Amalia, così silenzioso e così affollato di fantasmi.
Il piacere della lettura fa dimenticare la tristezza.
Un giorno solo, tutta la vita di Alyson Richman -edizioni Piemme- è disponibile in versione cartacea ed e-book.
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