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mercoledì 13 novembre 2013

L'arte della gioia




Tutto ruota intorno alla figura di Modesta: una siciliana, una «carusa tosta» in cui si fondono carnalità e intelletto. Si chiama l’arte della gioia, ma è soprattutto un inno alla sensualità più travolgente, calda, mediterranea, pervasiva. La protagonista nasce il primo gennaio del 1900, povera, finisce principessa, come nelle favole. Ed è una favola che ha per protagonista l’intelligenza machiavellica e l’indomabile sensualità di Modesta, poi Mody.
Sullo sfondo: la prima guerra mondiale, l’ondata rossa di rivoluzione degli anni 20 e poi il fascismo nascente e poi morente, la seconda guerra mondiale e, soprattutto, una Sicilia nella quale la mafia fa il salto di qualità, passando dal controllo del territorio per conto “terzi” (i nobili padroni degli sconfinati territori) al controllo del territorio per i propri affari. Un salto che in questo libro, come in quelli di Simonetta Agnello Hornby (soprattutto La zia marchesa), è descritto magistralmente, da romanzo e non da saggio.
Come il Gattopardo, L’arte della gioia di Goliarda Sapienza ha avuto un parto editoriale difficile: è stato rifiutato da molti importanti editori poi è stato stampato postumo da una piccola casa editrice (Stampa Alternativa) nel 1998 in un’edizione non integrale, poi integralmente nel 2003. In seguito il successo internazionale e il lancio in Italia con Einaudi.
Ci vuole un po’ di tempo per leggerlo, occorre entrare nel ritmo lento dell’isola e dell’epoca. Ma può dare momenti di grande piacevolezza e si finisce a divorarlo come un giallo: i colpi di scena non mancano e i personaggi sono ritratti magistralmente.



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