Bisogna superare un inizio un po’ lento per entrare nello strano mondo di Una casa alla fine del mondo, romanzo dello scrittore americano Michael Cunningham, da cui è stato tratto un film omonimo per la regia di Michael Mayer.
A ogni capitolo cambia il narratore, così è un romanzo un po’ cubista nel quale la prospettiva cambia di continuo. Un strana coppia di gay diventa una strana coppia etero, poi un triangolo in un’America desolata e triste.
Personaggi veri e ben colti, con un malessere esistenziale poco americano e quasi francese. Interessante.
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